Ottobre 3

AIGA: INACCETTABILI LE PAROLE DEL PRESIDENTE ANTIMAFIA MORRA SUGLI AVVOCATI

Le dichiarazioni rilasciate poche ore fa dal Presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, secondo cui “Il problema della Giustizia? E’ la crescita esponenziale del numero di avvocati.”, sono inaccettabili, offensive e fuori luogo, a maggior ragione in un momento delicato come quello che stiamo vivendo.

In diversi Stati del mondo (non da ultima la Turchia) gli avvocati vengono perseguitati, condannanti, portati alla morte, perché rei di esercitare il loro mandato difensivo nell’interesse della Giustizia. Una violazione assoluta dei diritti di libertà, difesa e di tutti i valori umani più elementari.

AIGA critica aspramente le parole di Morra, che ricopre un ruolo apicale nelle nostre Istituzioni ma che, forse, ne dimentica l’importanza sminuendo la figura dell’Avvocato ed il diritto di difesa che ne rappresenta la più alta estrinsecazione.In un paese come l’Italia, che ha visto anche gli Avvocati cadere per mano mafiosa (è di poche ore la motivazione della Corte di Assise di Palermo che, con oltre 600 pagine ha spiegato come l’omicidio di Enzo Fragalà sia stato un omicidio contro l’Avvocato nell’esercizio della sua funzione) – dichiara il Presidente Nazionale Aiga Antonio De Angelis – è insostenibile che gli Avvocati si debbano difendere anche e soprattutto dallo Stato.

In considerazione della gravità delle dichiarazioni di Morra, altamente lesive della reputazione dell’intera classe forense, Aiga chiede con forza una presa di posizione del Ministro Alfonso Bonafede nei suoi confronti ed auspica che, al di là di questa triste vicenda, permanga nelle istituzioni un rispetto imprescindibile e doveroso verso la nostra categoria.

Ottobre 3

AIGA: CHIEDE UN “PIANO GIUSTIZIA” NEI PROGETTI DEL RECOVERY PLAN

Dalla ricerca realizzata da “The European House-Ambrosetti” presentata in occasione del Forum Ambrosetti dal titolo “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” si è stimato che i ritardi della giustizia civile costano all’Italia circa 40 miliardi di PIL e disincentivano inevitabilmente gli investimenti esteri nel nostro Paese. Il reparto della giustizia non può quindi non rientrare nel piano nazionale di ripresa e di resilienza che l’Italia dovrà presentare alla Commissione Europea nei prossimi mesi una volta completato l’iter di approvazione dei regolamenti attuativi del Recovery Plan europeo.

È necessario includere – precisa il Presidente Antonio De Angelis – nei progetti del Recovery Plan un “piano nazionale giustizia” che preveda la digitalizzazione delle procedure, la sperimentazione dell’intelligenza artificiale e la degiurisdizionalizzazione mediante il potenziamento dei metodi di risoluzione alternativi delle controversie. Un piano che preveda necessariamente anche: la riqualificazione del personale amministrativo in essere, l’assunzione di nuovo personale amministrativo e la rideterminazione delle piante organiche dei magistrati; il potenziamento delle dotazioni e degli strumenti, anche informatici; la gestione manageriale dei Tribunali; la riqualificazione delle sedi giudiziarie così da renderle più facilmente accessibili, più funzionali, anche sotto il profilo delle nuove tecnologie, e ad alta efficienza energetica.

Si tratta – conclude il Presidente De Angelis – di proposte che si pongono in continuità con la “proposta Aiga per una maggiore efficienza della giustizia” presentata in occasione della I Conferenza sull’Ordinamento Giudiziario tenutasi a Parma nel maggio 2014”.

Ottobre 3

ESAME DI STATO: DEPOSITATA ALLA CAMERA LA PROPOSTA DI RIFORMA TARGATA AIGA

Basta con la lotteria dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione di avvocato. L’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga) ha messo a punto un progetto di legge di riforma dell’esame di Stato, che prevede una sola prova scritta, l’atto giudiziario, e una prova orale, oltre che una doppia sessione annuale.

L’esame di abilitazione alla professione forense“, spiega Antonio De Angelis, presidente nazionale di Aiga, “deve rappresentare solo l’ultimo tassello del processo di verifica della idoneità di un giovane ad esercitare la professione di avvocato e non, invece, una “lotteria” in cui anche i più bravi sono costretti ad affidarsi alla sorte sperando di rientrare in una data percentuale di promossi. Occorre assolutamente favorire l’accesso alla professione forense alle giovani generazioni, attraverso criteri di valorizzazione del merito”.

La decisione dell’avvocatura di predisporre un progetto di legge di riforma ha preso spunto dai recenti esiti dell’esame scritto per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato, “che hanno fatto emergere tutte le contraddittorietà di un sistema che, come più volte denunciato, somiglia di più ad un concorso pubblico – che si svolge, ormai, con modalità del tutto anacronistiche ed estranee all’effettivo svolgimento della professione – piuttosto che ad una prova abilitativa da eseguire all’esito di un percorso professionalizzante di pratica“.

Per questo motivo l’Aiga ha consegnato a Carmelo Miceli, deputato del PD,” una proposta di legge avente ad oggetto la riforma dell’esame di abilitazione alla professione forense, che provvederà, quale primo firmatario, a curarne l’iter per il deposito presso la Camera dei Deputati. La proposta dell’Aiga prevede una sola prova scritta, l’atto giudiziario, ed una prova orale, oltre che una doppia sessione annuale (a giugno e a dicembre).

Nella riforma prevista dall’Aiga prevede anche la facoltà, rimessa al Ministro della Giustizia, di svolgere la prova scritta con l’ausilio di strumenti informatici. “Si tratta del primo importante passaggio normativo attraverso cui puntiamo a modificare profondamente il sistema dell’accesso alla professione – dice Mariella Sottile della Giunta nazionale dell’Aiga; desideriamo sollecitare una riforma strutturata della legge professionale che valorizzi pienamente il merito e le capacità dei nostri giovani praticanti ma, soprattutto, di coloro che svolgono un percorso universitario e di tirocinio forense con profitto, impegno e passione e con l’obiettivo, primario, di diventare “Avvocati”.

Ottobre 3

AIGA: PER LA GESTIONE DEI TRIBUNALI CI VOGLIONO I MANAGER

L’avvocato Antonio De Angelis, Presidente di Aiga (Associazione italiana giovani avvocati), ha risposto ad alcune domande per il nostro portale circa gli effetti e i cambiamenti prodotti dall’emergenza coronavirus sui giovani avvocati italiani, e su come la digitalizzazione e un approccio manageriale possano migliorare la giustizia italiana.

Che effetti ha prodotto la pandemia e in particolare il lockdown sui giovani avvocati?

La pandemia ha anzitutto aggravato la condizione economica dei giovani avvocati, già provata da anni di forte crisi. La sospensione forzata delle attività giudiziali ha portato ad una contrazione del fatturato, ad un sostanziale “azzeramento” di nuove pratiche. Purtroppo, a distanza di 3 mesi dalla fine della c.d. fase 1, non sembra che la situazione volga ad un miglioramento.

Che ruolo ha avuto la digitalizzazione delle attività nel loro lavoro quotidiano?

La digitalizzazione è sicuramente una novità importante degli ultimi anni. La telematizzatone di alcuni processi (civile, amministrativo, tributario) ha consentito lo svolgimento di alcune attività anche nel periodo della emergenza sanitaria.

E ‘assolutamente necessario procedere anche alla telematizzatone del processo penale e del processo dinnanzi al Giudice di Pace.

La richiesta che AIGA ha da sempre formulato al Ministero della Giustizia è quella di una unica piattaforma per tutti i processi telematici, così da semplificare le attività di telematizzatone e ridurre i costi.

Proposte per migliorare e rendere più efficiente e spedita la giustizia italiana?

Tante sono state, negli ultimi anni, le ipotesi di riforma della giustizia, ed in particolare dei processi civili e penali.

L’AIGA ritiene però che, per rendere più efficiente e spedita la giustizia non si possano continuare a prevedere riforme “a costo zero”. Per dare una effettiva svolta alla giustizia italiana occorre un serio piano di investimenti, anzitutto sulla digitalizzazione.

Occorre inoltre rivedere l’organizzazione dei singoli Tribunali, oggi affidata a Magistrati, che comprensibilmente non hanno alcuna competenza organizzativa. L’AIGA propone da tempo la figura del “manager del Tribunale”, che possa gestire la complessa macchina organizzativa di un Ufficio Giudiziario tenendo conto della efficienza e della speditezza.

Proposte per migliorare i percorsi formativi delle nuove leve del mondo legale?

Il progetto della “Scuole Forensi” non è mai decollato. Occorre rendere obbligatorie le scuole forensi, così da favorire una formazione effettiva a chi svolge la pratica forense. Le scuole forensi devono essere accessibili a tutti, quindi con costi molto contenuti, e devono prevedere anche delle prove intermedie obbligatorie. In questo modo anche l’esame di abilitazione, che pure deve essere riformato in radice, non sarà più quel “terno al lotto” che è oggi. Oltre ciò, riteniamo che la formazione dei giovani avvocati debba essere sempre più specialistica. Le specializzazioni , che dovrebbero finalmente partire nel giro di pochi mesi, costituiscono il futuro della nostra professione, soprattutto per i più giovani.

Articolo tratto da www.dirittodellinformazione.it

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