Novembre 21

Cartella di pagamento – Prescrizione degli atti successivi – Termine applicabile

Cass. SS.UU. 17.11.2016 n. 23397

La scadenza del termine di impugnazione di un atto di riscossione coattiva produce esclusivamente l’effetto dell’irretrattabilità del credito ma non determina anche l’effetto della conversione del termine di prescrizione breve in quello decennale ai sensi dell’art. 2953 del codice civile, riguardanti le sentenze passate in giudicato.

Novembre 21

E’ legittimo il rifiuto della prestazione lavorativa, senza perdere la retribuzione, fino a quando il datore di lavoro non adempia ai suoi obblighi di sicurezza

Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza 19 gennaio 2016 n. 836

Ancora una volta la Corte di Cassazione, Sez. Lavoro, con la citata sentenza ha ribadito il potere di autotutela contrattuale del lavoratore rappresentato dall’eccezione di inadempimento; autotutela che si estrinseca nel rifiuto all’esecuzione della prestazione lavorativa laddove il datore di lavoro è inadempiente sotto il profilo della sicurezza sui luoghi di lavoro come impostogli dall’art. 2087 cod. civ. a mente del quale “il datore di lavoro è obbligato ad assicurare condizioni di lavoro idonee a garantire la sicurezza delle lavorazioni e ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.

Non solo!

La predetta sentenza ribadisce la permanenza in capo al datore di lavoro dell’obbligo retributivo, pur in presenza di sospensione giustificata della prestazione lavorativa da parte dei dipendenti che si trovano a lavorare in ambienti non sicuri ovvero “nocivi” in conseguenza dell’inadempimento datoriale per violazione dell’art. 2087 cod. civ.

Novembre 20

È responsabile a titolo di omicidio colposo l’autista che apre lo sportello della vettura e fa cadere il ciclista che successivamente muore

Cassazione Penale, Sezione Quinta, 01.08.2016 n. 47094

Con la pronuncia n. 47094/2016 la Suprema Corte ha rilevato che “in presenza di un’incertezza probatoria, il giudice ben può valutare tutti i possibili collegamenti tra l’evento e la condotta, dovendo pronunciare la condanna ogniqualvolta emerga che la condotta dell’imputato, anche se non ricostruita con assoluta certezza, abbia in ogni caso concorso a cagionare l’evento”.

Novembre 20

Anche il “succhiotto” costituisce atto di violenza sessuale

Cassazione Penale, Sezione Terza, 10.11.2016 n. 47265

Con la pronuncia n. 47265/2016 la Suprema Corte ha affermato che l’evidenza “[della] natura sessuale dell’atto che non comporta un mero toccamento con le labbra con una parte del corpo ma esige un’attività prolungata sul corpo stesso che, proprio per la sua durata ed intensità, esprime esattamente quella carica erotica che il concedersi con piacere alla bocca altrui comporta”.

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