Ott 3

COVID, TUTELE PER TUTTI TRANNE CHE PER L’AVVOCATO. AIGA, “ORA IL LEGITTIMO IMPEDIMENTO”

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Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DL n. 111 dell’8 settembre 2020 (c.d. Decreto Lampedusa) è stata introdotta, tra le altre, la particolare misura di sostegno ai pubblici dipendenti del congedo parentale straordinario retribuito al 50 % (fermo il versamento dei contributi figurativi ai fini pensionistici) e dello smart working in caso di positività di figli studenti e minori di anni 14 costretti in quarantena che, pertanto, necessiterebbero della presenza dei genitori.

Evidentemente, ancora una volta, il Governo sembra essersi dimenticato di tutti quei lavoratori autonomi, quali gli avvocati e soprattutto i giovani, che, oltre a rischiare ulteriori perdite economiche a causa di una forzata inattività, avrebbero ulteriori difficoltà a svolgere il proprio ruolo difensivo per l’impossibilità di presenziare alle udienze, non trattandosi di fattispecie espressamente rientrante nel c.d. legittimo impedimento.

È inaccettabile il perdurare dell’assenza di una specifica norma che regolamenti il legittimo impedimento degli avvocati per l’attuale emergenza sanitaria” – afferma con forza l’Avv. Antonio De Angelis, Presidente Nazionale AIGA, – “con la grave ulteriore conseguenza che la concessione di rinvii di udienza per comprovate ragioni sanitarie e di pubblica sicurezza rientri, nonostante la permanenza dei contagi, nella mera discrezionalità del singolo magistrato, nonostante la difficoltà di nomina, nel caso di specie, di un sostituto processuale“.

Sarebbe auspicabile – precisa l’Avv. Mariarita Mirone, Coordinatrice Area Centro della Giunta Nazionale Aiga – la previsione di una particolare ipotesi di legittimo impedito per Covid-19 che preveda anche la calendarizzazione preferenziale di rinvii di udienza in tempi brevi (eventualmente pure riservando il sabato per le udienze di rinvio) in modo da consentire il giusto bilanciamento fra la tutela della salute e l’accesso alla giustizia dei cittadini, senza continuare a mortificare la classe forense sia nel proprio ruolo professionale sia in quello umano di genitori.

Titolo tratto dal quotidiano Il Dubbio. Clicca qui per leggere l’articolo.